Definire l’ansia non è un compito semplice ne’ lineare.
Il termine “ansia” deriva dal latino “anxia”, che a sua volta proviene dal verbo greco “anghe” col significato di “stringere”, “soffocare”. Il concetto di oppressione si riferisce quindi, nella sua origine, a uno stato d’animo angosciato, caratteristica principale di tutti gli stati ansiosi.
L’ansia può essere definita come una risposta emozionale al verificarsi di determinati eventi, caratterizzata proprio da sensazioni di tensione costrizione e altre manifestazioni e modificazioni fisiche, quali aumento di pressione, di frequenza cardiaca, tremori, sudorazioni, a cui si aggiungono pensieri carichi di paura e di preoccupazione.
Mettersi al riparo o proteggere qualcuno pare essere il motore che determina la reazione emotiva appena descritta. Se la risposta è limitata o circoscritta all’evento, la stessa ansia può fungere da attivatore di attenzione e reattività, migliorando addirittura le prestazioni; ci allerta, ci svela un pericolo imminente, ci rende vigili e attivi quando siamo in procinto di un evento importante.
Decisamente diverso appare il quadro di stati d’ansia che emergono in assenza di pericoli reali, ma solo percepiti e spesso in modo continuativo
Se ci fermassimo ad ascoltare cosa vuole dirci, nel qui e ora, nel momento stesso in cui il cuore batte all’impazzata, le mani tremano e le gambe non hanno la forza di spostarsi?
Conoscere le nostre paure ci mette in contatto col nostro presente e spesso anche con i nostri desideri.
Spesso attiviamo pensieri anticipatori su eventi che devono ancora succedere, che immaginiamo assolutamente negativi o tragici e sui quali sentiamo di non avere il controllo.
Ci sfugge il presente, quello del nostro essere in sintonia con ciò che viviamo, del nostro sentirci in grado di percorrere le strade scelte, o quelle che vorremmo scegliere. Perdiamo di vista i nostri limiti e le nostre risorse, enfatizziamo gli uni a scapito delle altre.
L’ansia è sorella della paura, ma esattamente come tutte le altre emozioni non è classificabile come assolutamente negativa, ha le duplici funzioni: la prima, adattiva, già descritta, attivatrice di energia, la seconda definita e percepita come negativa, si manifesta quando raggiunge dei livelli non contenibili, quelli che paralizzano gli arti e le iniziative, quelli che ci spingono a evitare tutte quelle situazioni in cui il solo pensiero che l’ansia faccia capolino, ci terrorizza.
Succede che il disagio alimenti comportamenti che sempre più allontanano da qualunque soluzione, e rendono il vivere sereni un miraggio.
Comincia il tempo dell’evitamento, e dell’attesa che tutto ritorni ad una normalità che di fatto non sappiamo più bene neanche come potrebbe essere.
E se l’ansia diventasse una nostra alleata? Se anziché spaventarci la conoscessimo un po’ più da vicino?
Parlarne con uno psicologo è sempre un buon inizio.
#conosciamolansia